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jmenica

QUANDO TI CHIEDI CHI SEI

per chi viaggia come me, scoprirà che esistono delle fasi che appartengono solo al tipo di viaggio lungo. Quando hai a disposizione solo 2 settimane, le riempi di cose da vedere. Ti ingozzi al massimo di nuovo. Diciamo che sei un foie gras del viaggio. E quando torni a casa sei più stanco di prima. E ti ci vuole un paio di weekend per riprendere il ritmo di prima. Ma questo non é un segreto, lo sanno tutti quelli che hanno pochi giorni di ferie e partono lontano.

La fase Foie Gras fa parte anche di chi viaggia a lungo ma che ha appena iniziato. Diciamo i primi due/tre mesi é cosi. É una fase di quasi sovra eccitazione dovuta al fatto di non aver tempo per te da quanto vedi, scopri di nuovo, conosci. Poi entrano in ballo diversi fattori che inesorabilmente ti fanno rallentare. Possono essere diversi ma i principali sono la sbagliata gestione dei soldi e una la stanchezza. Fase intermedia di adattamento.

Poi c'é la fase slow motion. Quella che ti fa stare nei posti a lungo, che ti permette di conoscere veramente la gente del posto e di impregnarti profondamente della cultura.

Questa fase é la migliore, perché sembra strano, ma risparmi e ti da il tempo necessario di scovare le migliori soluzioni economiche per fare le attività che nella fase foie gras facevi velocemente. In questa fase, stare ore ad osservare un paesaggio non lo senti come una perdita di tempo, anzi. É li che entri dentro di te.

Un pò nella fase adattamento e molto nella fase slow motion cerchi di accedere al tuo profondo IO. Quello che ti fa chiedere "che vuoi veramente?"





Mi ricordo di quanto ero nella mia testa prima di partire. Mi facevo mille domande se era giusto o sbagliato fare questo viaggio, se dovevo lasciare la mia stanza a Parigi, e i soldi? Come vivrò se parto? Mi bastano?

Sono sempre stato un pò spirito libero ma c'era una parte di me che mi faceva sempre ben capire che non ero pronto ancora a lasciarmi andare del tutto. E mi faceva vivere nella routine. Cosa che io odio profondamente. E il paradosso é che avevo paura di abbandonare certe abitudini. Volevo vivere libero ma mi limitavo a modo mio. E l'idea di fermarmi definitivamente mi ha sempre provocato ansia.

Spesso chiedo consigli o osservo chi secondo me é riuscito a fare quello che voglio fare io. Ma quando sei troppo preso dalla paura o dalla sindrome del bravo ragazzo non riesci a staccarti da li.

Ho un grande amico che ho lasciato in Francia. Rivedo in lui la parte di me che non osa insieme a quel grande spreco di talento. So che potrebbe fare magie in questo mondo. Allora facevo di tutto per spronarlo, uno perché gli voglio un mondo di bene e so quanto vale, due perché (a distanza dei fatti) facendo cosi probabilmente mi davo una pedata in culo a me.

Poi son riuscito a partire. Con uno sforzo disumano ho preso la decisione di esaudire uno dei miei sogni di bambino. E ne vado fiero. E sembra strano a dire, ma quando esaudisci i tuoi sogni ti avvicini ancora di più al tuo bambino interiore. A quella parte di te che ti rende felice veramente.

E forse spero, senza assoluta pretesa, mostrare a chi mi conosce che chi vuole può.

Abbiamo tutti una fiamma che brucia dentro, che ci guida fin da bambino verso scelte e desideri che a volte sembrano assurdi. Che ci vorrebbe far fare azioni che dall'esterno non hanno senso ma che dentro sono in perfetta armonia con chi siamo veramente.

Però... perché c'é un però, la nostra societá, cultura, religione e spesso famiglia vuole che tu faccia tutt'altro. Vuole che ti adatti al sistema. Vuole che tu reciti il bravo fottuto ragazzo.

Ma il bravo fottuto ragazzo a forza di essere qualcun altro finisce per fottersi da sé.

La fiamma poi non potendo bruciare fuori, ti brucia da dentro e ti consuma. Fino a spegnerti.

Io ho lottato per diventare attore. Ma ci sono riuscito. Ho lottato per partire ma ci sono riuscito. Avrò altre lotte nella mia vita, ma le vincerò ancora.

So che il mio amico si riconescerà se legge queste parole. So che si farà domande, che sbufferà, magari mi manderà a quel paese. Ma amico mio, la parte più difficile é finalmente ascoltare quella voce dentro. E ti assicuro che la mente ti gioca dei brutti scherzi, perché una volta fatto il salto, ti giri e dici: "mi son fatto tutte ste paranoie per niente?".

Già.


Di salti nell'ignoto ne ho fatti diversi nella mia vita, di decisioni grosse ne ho prese ma questa del viaggio mi sembrava quasi impossibile perché come dicevo prima, domande del tipo "ma che pensi di fare poi?" o "non vuoi trovarti un lavoro serio invece?"

Son domande che il mio Ego si fa, giustamente. Ma più avanzo nella vita più mi dico che le cose arrivano quando sei felice o in armonia con te stesso.

E li sento alcuni miei amici dire "eh facile da dire!", "facile partire come fai tu", "e il mio lavoro, i miei figli?"

Non dico che é facile. Dico che é fattibile. Che chi vuole può. Che di famiglie intere che hanno lasciato tutto per girare il mondo ne ho incontrate diverse.

Certo che mi faccio domande sul mio lavoro. Ho la fortuna di avere una famiglia geniale che é sempre disponibile ad aiutarmi quando ne ho bisogno. Vengo da una parte del mondo dove siamo privilegiati rispetto ad altri. Ne sono consapevole. Queste parole non hanno pretese, oso finalmente dire quel che penso, voglio solo condividere quello che ho dentro e per favore se suona sbagliato, vi prego di perdonarmi. Non é la mia intenzione.


Quindi... dicevo.

Non sono un attore famoso, non ho ancora fatto un film che mi può portare ad una bella svolta nella mia carriera e quando ho pensato che ero a due dita dal successone, la vita ha fatto in modo di no. Prima ero arrabbiatissimo, profondamente deluso ma sapevo anche che c'era una lezione che dovevo imparare. Penso di avere un'idea di cosa sia ma ho ancora un pò di dubbi.

In questi quasi sette mesi di viaggio per esempio, mi son chiesto se valesse la pena continuare in quanto attore. Ma ogni volta che sto per mollare, mi arriva una proposta di lavoro. Mi é già successo in passato. Non so cosa significhi per l'esattezza ma sembra che qualcosa più grande di me voglia che io continui.

E sarò pronto a cambiare se devo farlo. Per ora continuo a passare casting e fare voci per pubblicità per la gioia dei miei amici, stufi di sentire la mia voce a giro.


Ecco una delle mie tante voci fatte negli armadi.





Cosi come il viaggio, anche fare l'attore é per me un richiamo dell'anima. Mi fa sentire completo. Insieme a tutte le pazze avventure che cerco di vivere. E cosi come il viaggio, fare l'attore mi fa sentire libero.

Tra il lavoro delle voci e quello di attore, ci si può chiedere simbolicamente che diavolo ho da dire al mondo per scegliere questo mestiere. Di cose da dire ne ho tante. Ad alcuni piaceranno, ad altri no, ma son fiero di me perché le sto mettendo a disposizione di tutti invece di nascondermi dietro il bravo ragazzo come prima facevo.

Ecco cosa mi sta regalando questo viaggio: m'insegna a essere me stesso come non mai.


Grazie per leggermi amici.

E grazie ai miei quattro genitori, fratelli e sorella per credere in me ed accettare chi sono, vi voglio bene.


A presto pirati.




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